Aprofood, arredare casa con la fotografia d’autore.
“Il cibo trova sempre coloro che amano cucinare!”
Gusteau
La casa è il corpo che abitiamo e la cucina ne è il cuore. Per noi, la cucina è un progetto, un sogno, un modo di vivere emozioni e sensazioni. La cucina non è solo arredo, ma anche stile e colori, ecco perché oggi vogliamo proporvi un’intervista davvero gustosa: Antonio Prochilo, fotografo torinese che con il cibo e la cucina ha un rapporto davvero particolare.
Scopriamolo insieme!
Ciao Antonio, vorremmo cominciare quest’intervista con una domanda che riguarda il nome del tuo progetto: Aprofood. Come lo hai scelto e cosa significa?
In realtà è nato un po’ per caso, pensando semplicemente al mio nome: ho unito le prime lettere del mio nome e del mio cognome alla parola cibo, tradotta in ‘food’, anche se per essere sincero non amo molto gli ‘inglesismi’.
Un aspetto, però, curioso a cui non avevo mai pensato è che l’idea di questo progetto (insieme al nome Aprofood) è nata in pieno lockdown, quando purtroppo molte realtà lavorative hanno iniziato a chiudere, alcune hanno riaperto a fatica dopo qualche mese. Insomma, solo oggi mi rendo conto che nel nome del mio progetto si cela un filo di ottimismo!
A quando risale il tuo primo incontro con la fotografia?
Ho sempre avuto la passione per la fotografia e per l’arte in generale. Ricordo che uno dei giochi preferiti che facevo da bambino insieme alle mie sorelle era quello di inventare piccole storie, facendo recitare i burattini per i quali andavo matto. La fotografia arrivò poco dopo, intorno ai dodici anni, quando iniziai a scattare le prime foto con una vecchia reflex Yashica di mio padre: direi che da allora non ho ancora perso la voglia di giocare.
Come ha influito la pandemia sulla tua arte e sulla tua ispirazione?
Devo dire che questa strana esperienza che stiamo vivendo tutti a causa della pandemia in corso mi ha per certi versi aiutato. Era da tempo che volevo realizzare un progetto artistico che mi ‘rappresentasse’, un progetto in cui avrei potuto esprimermi come volevo, in un mio mondo ideale, e proprio nel pieno della mia ricerca artistica mi sono ritrovato chiuso a casa per diverse settimane, e qualcosa magicamente è scattato: ho avuto molto tempo per dedicarmi al cibo, altra mia grande passione (dopo le scuole medie avrei voluto frequentare la scuola alberghiera).
Così ho potuto cucinare e sperimentare con calma tutto quello che mi andava. Nel frattempo fotografavo quello che cucinavo, cercando però di togliere dai miei scatti tutto il superfluo, per arrivare all’essenziale, quasi alla materia prima.
Cosa rappresenta la cucina per te, e come descriveresti il tuo rapporto con il cibo?
Per alcuni anni ho lavorato per la Rai come montatore video, collaborando al montaggio di documentari. Ecco, il frigorifero della mia cucina è come una sala di montaggio: al suo interno trovo degli ‘ingredienti sparsi’ (il più delle volte pochi!), come le immagini che avevo a disposizione quando dovevo assemblare un documentario; ma i pochi ingredienti a disposizione si possono combinare tra loro realizzando creazioni molto interessanti, a patto che lo si faccia con amore!
Per me il cibo è immenso piacere, lo stesso che provavo ogni volta che finivo un documentario.
Qual è la tua stanza preferita di casa?
Sarò scontato, lo so… la cucina! (anche la nostra, ndr).
Quali sono i tuoi progetti per il presente, e per il prossimo futuro?
Per ora la fotografia di cibo è il mio presente, per il futuro non saprei, mi piacerebbe vivere nel ‘qui e ora’, oggi più che mai.
Antonio Prochilo
Da sempre appassionato di cucina, ha deciso anni fa di scegliere la strada della fotografia, altra sua grande passione.
Realizza stampe fotografiche d’arredo di varie dimensioni, anche in grande formato, stampate su carta satinata di alta qualità con l’ausilio di stampanti professionali a getto d’inchiostro.
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