Un futuro diventato presente: intervista a Luigi Berardi.
Dal 2008 al 2021 L’Opera ha fatto tanta strada. La partnership con Veneta Cucine ha portato all’apertura di un primo Centro Veneta in zona Torrino – Mezzocammino e solo cinque anni dopo all’inaugurazione di uno showroom di oltre 600 mq tutti dedicati alle cucine, nel cuore del quartiere romano dedicato all’arredamento, in Via Gregorio VII 309.
Oggi ne parliamo con Luigi Berardi, co-founder de L’Opera e Responsabile Arredamenti.
Ciao Luigi, partiamo da una domanda molto particolare: qual è, per te, il significato del termine “cominciare”?
Cominciare. Che bel termine.
Quando da Veneta Cucine mi è stato proposto di rilevare un precedente negozio e assumerne la gestione, con l’idea di ampliarlo perché dei locali attigui erano rimasti vuoti, la richiesta della proprietà è stato un invito a rifletterci, a pensarci con calma. La mia risposta, invece, è stata immediata: sì, facciamolo. Non ho dovuto né voluto riflettere perché in quella proposta ho visto una nuova sfida: il pensiero è andato all’apertura del primo negozio in Piazza Enrico Martini (che oggi non c’è più, ndr) e del secondo in Piazza Clemente Origo, ho rivissuto tutte quelle emozioni, ho percorso le stesse strade fatte di entusiasmo e un po’ di timore, anche se in questa occasione l’esperienza era maggiore e noi eravamo sicuramente più formati per affrontare un cambiamento tanto grande.
Io amo cominciare ogni giorno: appena sveglio sono già operativo, pronto ad affrontare una nuova giornata, carico di voglia di fare. Naturalmente possono accadere tante cose che influiscono sul mio umore, ma parto sempre carico di gioia, di energia e di entusiasmo. Ecco cosa significa per me cominciare, ed ecco cosa ha significato iniziare questa nuova avventura: ho immaginato in pochissimo tempo come organizzare gli spazi, come gestire le persone, ho creato e costruito il futuro nella mia testa sin da subito.
La nostra prima domanda non era casuale: questa intervista nasce da una novità che sta per rivoluzionare il mondo Opera. Di cosa si tratta?
È successo che il futuro è diventato presente. Abbiamo aperto uno showroom con Veneta Cucine in Via Gregorio VII 309. Per noi è stato un passo epocale, che ci ha resi orgogliosi, sia per la grandezza dello showroom, sia per la zona in cui è posizionato, sia per le aspettative della proprietà, che sono state raggiunte e superate.
È uno spazio che rappresenta un luogo di pura bellezza, e un grande merito va al nostro architetto Paolo Holl, che questo spazio l’ha progettato e che ho tanto ringraziato in privato ma che devo continuare a ringraziare pubblicamente, perché ha messo tutta la sua esperienza e tutta la sua bravura in un progetto difficile, complicato. Ha dovuto unire in modo armonico due negozi che fino a qualche mese fa erano due realtà distinte: un’unione che presentava delle difficoltà notevoli sia a livello tecnico che burocratico e che ha portato alla creazione di uno spazio unico di circa 600 mq. L’architetto Holl non si è lasciato scoraggiare, ha mantenuto la calma e ha lavorato sotto stress in modo eccellente, con estrema determinazione, coordinando i tanti professionisti che hanno lavorato in tanti mesi, e che hanno contribuito tantissimo a questo risultato. Da Veneta Cucine sono arrivati molti complimenti, che ci hanno riempito il cuore di gioia.
Ricordi i tuoi primi incontri con Veneta Cucine? Come ti sei avvicinato al brand e come si è sviluppato il rapporto professionale negli anni?
Ho iniziato lavorando con la seconda linea di Veneta, Forma2000, raggiungendo risultati importanti che hanno spinto Veneta Cucine a volerne sapere di più. Dopo i nostri primi incontri si è creata subito un’intesa che ha portato da parte loro alla richiesta di aprire un Centro Veneta Cucine. Lo abbiamo fatto nel 2015, con il nostro showroom di Piazza Clemente Origo 20. Da quel momento i rapporti si sono evoluti in un crescendo di stima reciproca, e da allora non ci siamo più lasciati. Veneta Cucine ci è stata sempre molto vicina, nel 2020 è stata la prima azienda in Italia per fatturato nel suo settore, e nonostante numeri da capogiro ha sempre dimostrato e continua a dimostrare un’attenzione e una cura incredibile verso tutti i rivenditori e i collaboratori, con una gestione che della famiglia conserva l’amorevolezza e il rispetto delle persone. Per loro non sei un numero, sei una persona, e questo per noi conta più di tutto. Anche perché noi ragioniamo allo stesso modo, e i risultati si vedono.
Come si costruisce un sogno? Ricordiamo che l’Opera è nata nel 2008, e da allora è cresciuta senza mai fermarsi, fino ad arrivare al traguardo di cui abbiamo parlato poco fa. Come si fa in poco più di dieci anni a costruire tutto questo?
Se ci penso mi gira quasi la testa. Per me è una favola, una bellissima favola che mi riempie di orgoglio: oggi abbiamo una ventina di dipendenti ma io sono partito in una stanza senza finestre, da solo, con i miei cataloghi e i miei campioni, un computer usato e poco più. Non ero in un garage ma il sogno era lo stesso: il cliente per me non è mai stato un’opportunità di vendita, ma una conoscenza, l’anello di una catena di cose fatte bene e ben raccontate. Noi lavoriamo per rendere felici i nostri clienti, senza retorica. È questo il nostro obiettivo, la vendita viene dopo, e anche qui i risultati parlano al posto nostro.
Anche la ricerca dei nostri dipendenti funziona così: noi scegliamo sempre prima le persone, che siano architetti, montatori, designer. Se sono bravi professionisti ma non sono onesti e appassionati, non si incastrano con lo stile Opera.
Com’è cambiato il tuo lavoro nel tempo? Cosa ti manca del 2008 e se tornassi indietro cosa vorresti dire al professionista e alla persona che eri allora?
Al Luigi degli esordi direi di fare le cose che ha fatto nello stesso modo, solo con un pizzico di sfrontatezza in più, di leggerezza buona, perché se fai le cose serenamente in quanto consapevole di fare cose buone non devi essere ansioso, devi solo prenderne l’aspetto positivo, tramutando l’agitazione in attenzione. Degli inizi mi manca il tempo, ma va bene così.
Progetti per il futuro?
Siamo pronti per il terzo negozio. Scherzo, devo ancora riprendermi dal secondo!
Il progetto è godersi quello che abbiamo costruito, curandolo e migliorandolo ogni giorno di più. Il desiderio più grande è organizzare un’inaugurazione come si deve, fare una festa, condividere la nostra gioia e riprendere a stare insieme, visto che ci è stato negato per così tanto tempo.